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"Si dice ormai da tempo e da più parti che la poesia abbia smarrito se stessa, quella giusta intonazione capace di riconnetterci ad un luogo di origine e senso, suo naturale approdo. Perso un legame con la Parola, ormai ridotta a muta e stentata lettera, depressa sino al rango di mero esercizio retorico o stile - poco più o poco meno - ad un vaniloquio. Non è questo però il caso del volume Verranno i giorni di maestrale di Giuseppina Landolina che va esattamente in controtendenza, risalendo al contrario la corrente dei soliti noti: i così detti poeti contemporanei. Proprio come un salmone che cerchi la sua via di percorrenza, l'autrice tenta una vera e propria fuga ed emancipazione dal luogo comune, il suo spazio centrifugo: "ma siamo / pescatori di salmoni. E ora piantiamo i piedi / nella neve e nei sassi e / risaliamo la corrente, / piano, pieni d'amore, verso le pozze tranquille" (Rymond Carver da Orientarsi con le stelle)"(dalla prefazione di Mattia Leombruno, Presidente della Fondazione Mario Luzi)